Month: aprile 2015

I nuovi imprenditori nell’economia italiana. Breve storia del dopoguerra (4/5). Gli anni Novanta

Gli anni ’90 fanno entrare l’Italia in un’epoca certamente più complicata, a tutti i livelli. Il paese, sempre più aperto agli scambi internazionali, è anche più instabile perché deve più da vicino fare i conti con la competizione degli altri paesi, in primo luogo europei.
Nel 1992 l’Italia non riesce a mantenere il rapporto di cambio fissato all’interno dello SME (Sistema Monetario Europeo) e deve bruscamente svalutare la Lira, dopo che il governo ha tentato in tutti i modi di evitarlo con misure di tassazione molto pesanti e impopolari. La crisi tocca l’apice con la recessione del 1993, poi si riprende gradualmente.
Complessivamente, la crescita nel decennio avrà un ritmo medio dell’1,8% all’anno, di mezzo punto inferiore a quella del decennio precedente.
Il sistema politico non riesce più a dare risposte soddisfacenti ai cittadini e implode, con gli scandali di Tangentopoli che portano in carcere o a processo per corruzione molti esponenti dei partiti.
La mafia, di fronte a uno Stato indebolito, lo sfida apertamente con attentati eccellenti e stragi fra la popolazione.
In questo quadro, le nuove impresa hanno ancora una volta la funzione di creare occupazione e rinnovare il tessuto economico.
L’industria si dota sempre più di sistemi di automazione, che inducono servizi di progettazione, installazione e manutenzione di dispositivi elettronici.
L’elettronica entra sempre più anche nelle case (domotica), con cancelli automatici, sistemi di allarme, impianti di condizionamento.
Il settore informatico è sempre effervescente, con soluzioni per le imprese e applicazioni multimediali: Internet inizia a diffondersi e dà un impulso a un diverso tipo di comunicazione aziendale.
La multimedialità offre opportunità imprenditoriali nei videogiochi, nei software di simulazione, nei cartoni animati. Significativo il successo di una piccola azienda di Ancona, la Rainbow (imprenditore Iginio Straffi, 30 anni), che nel 1995 lancia un cartone animato che avrà un grande successo, anche internazionale: le Winx.
Nelle aziende vi è sempre più la consapevolezza che bisogna competere, con concorrenti stranieri molto agguerriti, tramite una maggiore qualità.
La qualità dipende però prima di tutto da quella delle risorse umane: forte sviluppo inizia ad avere il settore della formazione professionale, in parte finanziato anche dagli enti pubblici.
La qualità significa anche rispondere a standard tecnici più precisi: in questi anni si diffonde molto il mercato delle certificazioni di prodotto e di processo, con molti nuove imprese e consulenti che si specializzano in questo percorso.
In alcuni settori come l’alimentare, il marketing si basa sulla comunicazione della tipicità dei prodotti, tramite marchi DOP, DOC, IGP, ecc.
La ricerca della biologicità dei prodotti è sempre più spinta, perché in questo senso va la sensibilità dei consumatori, che avvantaggia tutta la filiera: le produzioni agricole biologiche, la realizzazione di prodotti alimentari, i negozi e i ristoranti bio, che si diffondono per la prima volta in modo significativo.
Tutto il discorso ambientale ha una forte valorizzazione: gli enti pubblici creano aree protette, che fanno gestire a gruppi spesso organizzati in cooperativa; la gestione dei rifiuti rende necessari servizi di raccolta e di riciclaggio (alcuni anch’essi per filiera: legno, plastica, ecc.); la prevenzione e il controllo dell’ambiente favoriscono lo sviluppo di laboratori specializzati e di esperti.
Standard di costruzione più elevati (ad esempio per prevenire gli effetti dei terremoti) favoriscono la diffusione di nuove figure professionali, come i geologi e gli ingegneri strutturisti.
Il turismo si rinnova, ampliando l’offerta e puntando su stili di consumo che piacciono molto anche ai turisti stranieri: gastronomia “slow”, strade del vino, cultura e benessere fisico.
Sorgono parchi di divertimento tematici, e l’animazione diventa un servizio indispensabile per molte strutture turistiche.
Si diffonde l’agriturismo, contribuendo al rinnovamento e al rilancio di molte aziende agricole poco redditizie.
Le terme si rilanciano con nuovi servizi benessere, nelle città si diffondono centri benessere di nuova concezione.
La pratica dello sport si estende a nuove discipline, quali ad esempio il calcetto, il beach volley o lo sci-alpinismo.
Le palestre si trasformano in centri fitness e wellness e un’azienda particolarmente intraprendente, che era stata fondata nel 1983 da un imprenditore nato nel 1961 (quindi di 22 anni), la Technogym di Cesena, diventa leader nel mondo delle attrezzature di questo tipo.
La qualità dei locali pubblici italiani traina anche aziende specializzate negli allestimenti e nell’arredamento per locali.
Nel commercio, lo sviluppo della grande distribuzione mette in difficoltà il piccolo commercio, anche se alcune liberalizzazioni (“Legge Bersani” del 1998), eliminando le licenze dei negozi, rendono più facile l’avvio d’impresa.
La telefonia ha uno sviluppo impressionante, per i progressi tecnologici e la concorrenza che offre opportunità a diverse catene di gestori, con punti di vendita e assistenza in franchising.
Nell’ambito sociale, si diffondono molte attività imprenditoriali rivolte all’infanzia, dai micronidi ai baby parking.
Si sviluppano attività che consentono ai clienti un risparmio di tempo, specie nelle città; ad esempio gastronomie e pizzerie di asporto, distributori automatici, lavaggi self service per auto e moto, lavanderie, anche self-service.
Ha un grande sviluppo il settore degli animali domestici: per gli allevamenti, i negozi specializzati, le toelettature, i servizi veterinari, ecc.
Negli anni ’90 le politiche di promozione delle nuove imprese inaugurano nuovi strumenti come i primi incubatori, mentre buon successo la legge sulla imprenditoria femminile del 1992.
Le politiche europee riconoscono l’importanza della nuova imprenditoria per l’obiettivo della piena occupazione. Nel 1997 viene varata la Strategia Europea per l’occupazione, che fissa quattro pilastri, ossia l’idoneità al lavoro, l’imprenditorialità, l’adattabilità e le pari opportunità.