Month: febbraio 2024

Come mettere a reddito un terreno inutilizzato

Molte persone sono proprietarie di un piccolo terreno di famiglia che è sottoutilizzato e improduttivo. Genera costi, tasse e pochi ricavi. Cosa si può fare per migliorare la situazione? Cosa dice l’esperienza di Genesis?

Soluzione 1. Agricoltura

Una soluzione per mettere a reddito un terreno inutilizzato è quella di avviare una coltivazione agricola. Se il terreno è piccolo (ad esempio un ettaro) le colture devono essere ad alto valore aggiunto, non ad esempio colture estensive come grano o mais, che richiedono poco impegno ma hanno una resa economica bassa. Molto meglio invece puntare su colture come la lavanda, i piccoli frutti, lo zafferano. Ovviamente, la sceltadipende anche dalla zona geografia e dal clima della zona: i piccoli frutti richiedono molta acqua, lo zafferano al contrario è possibile solo in climi aridi.

Su queste colture ad alto valore aggiunto, vedi:

Avviare e sviluppare una COLTIVAZIONE DI LAVANDA – Genesis

Avviare e sviluppare una COLTIVAZIONE DI PICCOLI FRUTTI – Genesis

Avviare e sviluppare una COLTIVAZIONE DI ZAFFERANO – Genesis

Soluzione 2. Turismo itinerante

Una seconda soluzione per mettere a reddito un terreno inutilizzato è quella di uscire dall’agricoltura e rivolgersi al turismo. Ad esempio a un turismo in forte crescita (più degli alberghi): quello itinerante. Grande sviluppo stanno avendo negli ultimi anni le aree di sosta per camper: strutture rivolte al pubblico crescente dei turisti italiani e stranieri che amano spostarsi in modo autonomo, con la famiglia o gli amici.

Queste strutture possono essere realizzate con investimenti abbastanza piccoli, per realizzare piazzole sorvegliare con le utenze e i servizi di base.

Avviare e sviluppare un’area di sosta per camper

Più impegnativa finanziariamente (ma non troppo) è la realizzazione di un piccolo Camping, che per quanto piccolo deve assicurare agli ospiti un numero più elevato di servizi (quasi indispensabile, ormai, la piscina), con la conseguenza di dovere sopportare maggiori investimenti e costi di gestione (personale, utenze, ecc.).

https://www.genesis.it/prodotto/avviare-e-sviluppare-un-piccolo-camping

 Soluzione 3. Piccolo impianto sportivo

Per mettere a reddito un terreno inutilizzato, esiste poi la possibilità di un impianto sportivo. Ma quale? L’esperienza di Genesis e i dati di mercato dicono che oggi vi è una forte affluenza di praticanti verso sport quali il Paddle e il calcetto, che si basano su piccole strutture.

Su questi sport, vedi:

Avviare e sviluppare un CAMPO DI PADDLE-TENNIS

Avviare e sviluppare un CAMPO DI CALCETTO (Calcio a 5 e a 7)

Fra gli impianti sportivi possibili in un terreno piccolo dobbiamo ricordare le piste da motocross, per l’allenamento e competizioni minori (per quelle più importanti servono terreni di alcune decine di ettari).

Avviare e sviluppare una PISTA DA MOTOCROSS – Genesis

Su un piano completamente diverso vi sono poi i campi per l’addestramento e le competizioni (ad esempio di Agility) per i cani.

Avviare e sviluppare un CENTRO RICREATIVO E SPORTIVO PER CANI – Genesis

Ognuna delle idee che abbiamo suggerito può essere realizzata con successo tenendo conto di tutte le regole e di tutti i dati economici e finanziari (su mercato, investimenti, costi di gestione, ecc..) che sono contenuti, insieme a esempi e consigli su possibili errori da evitare, nei KIT di Genesis, che contengono una Guida e un software per fare le proprie simulazioni.

Le potenzialità di Job Creation dello sport (Parte I)

Il settore sportivo produce un valore aggiunto di 22 miliardi di Euro, equivalenti all’1,3% del PIL italiano. Lo sport si conferma una importante industria, con un potente effetto leva in termini di ricadute economiche (moltiplicatore stimato pari a 2,2). E’ quanto emerge dal Il “Rapporto sport 2023” dell’ICS (Istituto per Credito Sportivo).

Il 16% del valore prodotto deriva da attività sportive, ad esempio vendita di biglietti, iscrizione a corsi, lezioni. L’84% del valore del mercato deriva però dall’indotto. 10 miliardi di Euro sono generati dalle attività strettamente connesse (quali la produzione e vendita di attrezzature e abbigliamento sportivo) e altri 8,4 miliardi da comparti connessi in senso lato (media sportivi, i servizi turistici, di trasporto e quelli medici).

Il 76,6% del PIL dello Sport consiste di servizi (settore terziario), mentre il 14% del valore del mercato è fatto di prodotti industriali. Il commercio concorre per il 4,3%, l’agricoltura per il 3,0%, le costruzioni per il 2,1%.

Il comparto (servizi) che fornisce il contributo più rilevante in termini di apporto economico è quello dell’istruzione, che genera un quarto del valore aggiunto dello Sport. Domina la componente “istruzione” (formazione sportiva da parte di insegnanti e allenatori, campi scuola per la preparazione sportiva, scuole di vela e di navigazione che rilasciano brevetti e patenti, corsi di danza, oltre all’insegnamento della materia educazione fisica negli istituti scolastici nazionali) a conferma il ruolo educativo dello Sport, che, dice la ricerca, rappresenta, di fatto, la terza agenzia educativa dopo la famiglia e la scuola.

Fra le attività emergenti la ricerca rileva il considerevole sviluppo del comparto degli eventi sportivi.

ll Covid, e il modo in cui è stata gestita la pandemia, sono stati una sciagura, che ha tolto al settore quasi 4 miliardi di PIL, segnando un drastico crollo degli investimenti, mentre la crisi energetica per la rinuncia alla energia russa ha compromesso l’equilibrio finanziario di molte strutture, fortemente penalizzate dall’aumento delle bollette di elettricità e gas (ad esempio piscine e palestre).

Il sistema Sport mantiene tuttavia uno zoccolo duro di addetti, che si aggira attorno alle 400 mila unità, grazie alla presenza di oltre 15 mila imprese private, circa 82 mila Enti non profit e quasi 900 mila volontari.

Le imprese sono identificate dal Codice Ateco 93.1 e includono gli operatori che svolgono le seguenti attività: gestione di impianti sportivi (stadi, piscine, strutture polivalenti, ecc.); attività di club sportivi; palestre (club e strutture per fitness e culturismo); promozione di eventi sportivi.

Il 54% del fatturato è generato dalle imprese private, mentre la quota restante è riconducibile alle Amministrazioni Pubbliche (AP) e alle Istituzioni private senza fine di lucro (ISP).

(continua)